E' aperta fino al 24 Novembre 2019 la IV Biennale di Fotografia dell'industria e del lavoro a Bologna. Undici mostre in altrettanti luoghi sparsi nel centro della città, oltre naturalmente a innumerevoli workshop, performance e incontri. Qui darò notizia solo della parte espositiva che può interessare anche chi non è addetto ai lavori. Si tratta davvero di una bella occasione per rivedere opere che meritano sempre una riflessione. Sicuramente tra le esposizione quelle che hanno colpito me per efficacie e per forza delle immagini sono tre: la splendida rassegna del fotografo tedesco degli anni '30 Albert Rengen-Patzsch, molto citato in tutte le storie della fotografia ma poco visto soprattutto in Italia. Artefice di un bianco e nero lucido ed elegante, spoglio ed essenziale, capace di ricreare la profondità dell'ambiente rurale e operaio della Ruhr; e poi le foto del porto di Genova di Lisetta Carmi dove al contrario la presenza umana ci fa ricordare che il lavoro è anche fatica e sofferenza; e infine non si può non segnalare l'esposizione dedicata a André Kertész, uno dei grandi della cosiddetta "Fotografia umanistica", che qui però è visto in un insolito contesto americano: due serie di immagini per gli stabilimenti Firestone e per una fabbrica di tessuti. Non è "street" ma l'occhio del fotografo è creativo e capace di cogliere anche in una posa l'elemento geometrico, la costruzione di luci e ombre, il momento perfetto per fermare l'istante.
Vorrei infine segnalare, l'esposizione dedicata a Luigi Ghirri, non tanto per le foto dedicate alla Ferrari o a Costa Crociere che non sono particolarmente significative, ma, sicuramente, per la splendida location dell'esposizione: i Sotterranei di Palazzo Bentivoglio, un posto davvero suggestivo.
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