L’etimologia banale secondo cui
la fotografia sarebbe prima di tutto scrittura
con la luce copre e occulta un’altra verità meno evidente, e cioè che, come
dice Federico Scianna, “fotografare non significa affatto scrivere con la luce
come di solito si ripete, ma leggere ciò che con penna di luce il mondo scrive
di sé”. Perché questa è effettivamente
la condizione del fotografo, quella di cogliere con il suo sguardo prima
che con l’obiettivo della macchina, ciò che la natura ha già di per sé
“dipinto” con la luce, il fotografo dunque è prima di tutto un lettore di cose
di luce, o un interprete, o forse un collezionista. E fare buona fotografia
significa allora usare bene lo sguardo prima che la macchina.
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