La merce fotografia

Fa notare Benjamin che la pretesa della fotografia di essere considerata come un’arte è contemporanea alla sua mercificazione. D’altra parte la fotografia sembra proprio realizzare il sogni di una certa corrente artistica che voleva rappresentare il particolare realistico, il dettaglio, nella sua completezza. Ma da questo momento l’arte cerca di sfuggire al fotografico, come ci mostrano gli impressionisti. Si elude così il problema della concorrenza tra artisti e fotografi. Nel ‘900 la sfida prende una strada diversa con i surrealisti che cercano piuttosto di addomesticare artisticamente la fotografia utilizzandola come strumento, attraverso le tecniche del ritaglio, del fotomontaggio, ecc. ma è una sfida che non ha molto futuro e si esaurisce presto.

I fotografi non hanno compreso l’importanza della didascalia: “è la miccia che porta la scintilla critica al miscuglio delle immagini", dice ancora Benjamin.

La marcia trionfale delle fotografia non dipende dal fatto di essere una merce, anche il dipinto lo è, ma dal fatto che essa può offrire dei servizi all’economia della merce in generale: la dimensione della pubblicità deve tutto all’immagine fotografica e la pubblicità è il fondamento del sistema dei consumi contemporaneo. 

 

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