Il fotografo in quanto artista cerca la luce, che non è soltanto il suo mezzo, ma è prima ancora, la natura stessa della bellezza che sta cercando, la materia di cui è costituita ogni forma che egli fissa sulla pellicola.
Ma così come ogni artista cerca inutilmente l'essenza più profonda e pura della bellezza, senza mai riuscirci e replicando piuttosto l'esperienza di Orfeo, magnificamente narrata e pensata da Maurice Blanchot, allo stesso modo il fotografo che cerca la pura luce, la luce assoluta, la luce creatrice, deve poi accontentarsi di incontrarla là dove essa si deposita, cioè nei nostri oggetti quotidiani, nelle carni, nelle superfici, nelle strutture, nelle cose del mondo.
E' così che tutta la sua ricerca si sviluppa e si conclude nelle cose stesse, nelle cose reali, quelle che ha di fronte a sè, quelle che lo circondano, quelle di cui si circonda, è in esse che la luce si fa viva, è solo in esse che la luce si fa visibile, facendosi ombra di se stessa, essa appare nel momento in cui nasconde nella materia stessa. Il combattimento tra il fotografo e la luce avviene su un unico campo di battaglia, le cose.
Nessun commento:
Posta un commento